Toninelli blocca ancora una volta la gronda per motivi ideologici. Basta bugie.

Toninelli blocca ancora una volta la gronda per motivi ideologici. Basta bugie.

Il ministro Toninelli sospende l’iter della Gronda perché – sostiene – “è in corso di avanzamento il procedimento amministrativo che potrebbe portare alla revoca della concessione di Aspi”.

E così, dove aver già pagato un prezzo altissimo per il crollo del ponte Morandi, adesso i genovesi e i liguri si vedono anche defraudati di questo fondamentale intervento infrastrutturale, per una mera questione ideologica.

Anche se il ministro Toninelli continua a raccontare la storia della revoca delle concessioni, infatti, vorremmo informarlo che esiste un principio chiamato continuità amministrativa.

La Gronda è stata pagata con l’aumento dei pedaggi autostradali e quindi anche se Aspi non sarà più il concessionario l’opera dovrà comunque essere realizzata dal nuovo soggetto che gestirà la tratta.

Toninelli la smetta di tenere in scacco un territorio, già duramente provato.
I lavori per la Gronda erano pronti a partire già a novembre, come deliberato dai Governi di centrosinistra che avevano dichiarato la pubblica utilità di quest’opera e avevano portato a termine tutto l’iter approvativo.

Adesso basta chiacchiere e bugie, Toninelli dia il via libera ai lavori.

Gruppo Pd Regione Liguria
Gruppo Pd Comune di Genova
Pd Genova
Pd Liguria

Claudio Chiarotti: “Maggiore autonomia ai Municipi”, a colloquio con il presidente del Ponente

Claudio Chiarotti: “Maggiore autonomia ai Municipi”, a colloquio con il presidente del Ponente

Luglio 2017-luglio 2019. Due anni di mandato come presidente del Municipio Ponente per Claudio Chiarotti. Un territorio da amministrare che corrisponde a un terzo di quello genovese, dove vivono 65mila persone, distribuite tra Voltri, Pra’ e Pegli: “quasi tre piccoli Comuni” commenta lo stesso presidente.

Per lui il bilancio di questi primi 24 mesi di governo è positivo, ma potrebbe senz’altro risultare migliore se da parte della Civica Amministrazione ci fosse un maggior coinvolgimento nelle decisioni importanti per i quartieri al confine di Genova.

I Municipi dovrebbero godere di maggiore autonomia – interviene Chiarotti. L’amministrazione precedente aveva cominciato a lavorare in questo senso, dandoci più risorse, quelle che invece la giunta Bucci ha tagliato. Noi siamo il primo ente al quale arrivano le istanze dei cittadini, questo è un dato indiscutibile, ecco allora che la politica di Tursi nei nostri confronti è dannosa prima di tutto verso gli abitanti”.

Sono tante le partite sulle quali Chiarotti lamenta una scarsa collaborazione da parte della Civica Amministrazione. La più famosa, e ancora in questi giorni al centro della cronaca, è senz’altro quella della passeggiata e della spiaggia di Voltri.

“I primi a lamentarsi di come sono stati condotti i lavori sono i cittadini – prosegue Chiarotti – , la mia non è certo una presa di posizione politica. È dal 5 novembre che denuncio i gravi danni portati dalla mareggiata di fine ottobre, oggi siamo a metà luglio e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: la qualità della terra usata per il ripascimento non è adeguata, alcuni genitori hanno lamentato problemi dermatologici per i propri figli dopo essere stati sulla spiaggia, piantare un ombrellone su questa sabbia è quasi impossibile. E soprattutto i lavori per la passeggiata sono ancora in corso, quindi i bagnanti si trovano a dover convivere con un cantiere aperto”.

Dal caso di Voltri, Chiarotti passa a quello del rifacimento dei sovrappassi ferroviari di Pegli, della pavimentazione della passeggiata di Pegli, del rinnovamento della segnaletica orizzontale sulle strade delle delegazioni. Tutti esempi di un mancato coinvolgimento del Municipio da parte del Comune e dei suoi assessori.

“Senza dimenticare il caso dei patrocini – aggiunge il presidente del Ponente – , per i quali la Civica Amministrazione sta cercando di toglierci le competenze facendo leva sui regolamenti. Ma in realtà si tratta di una questione puramente politica. Emblematica la querelle con il Comune per il Liguria Pride. Se tornassi indietro rifarei tutto e concederei quel patrocinio, lo farò ogni volta che si tratterà di difendere i diritti garantiti dall’articolo 3 della Costituzione. Credo che se non ci sarà un cambio di marcia da parte del Comune sul piano dei finanziamenti, dell’autonomia e del rinnovo del personale per i Municipi, i primi a rimetterci saranno i cittadini. Io sono disponibile a qualsiasi percorso di collaborazione, l’importante è condividere e affrontare insieme i temi strategici come il nodo ferroviario, la portualità, i depositi costieri, la riqualificazione di Palmaro e Multedo”.

Con la stessa determinazione con la quale difende il ruolo dei Municipi, Chiarotti, la cui militanza inizia a 18 anni con la prima tessera del PCI, rivendica l’importanza della politica nella pubblica amministrazione.

Dobbiamo tornare a puntare sui politici che fanno gli amministratori – conclude – e portano avanti un programma politico elaborato nelle assise opportune. Siamo ormai l’unica realtà che si confronta nelle direzioni, nelle assemblee, valorizziamo questa diversità che è la nostra ricchezza. E scommettiamo sui giovani e sulla loro formazione all’interno del partito. Soprattutto lasciamo da parte i personalismi che hanno fatto solo danni in questi anni: è il Pd che deve emergere e non il singolo”.

Federico Romeo: “Dal Morandi alla Casa della Salute”, dialogo col presidente della Valpolcevera

Federico Romeo: “Dal Morandi alla Casa della Salute”, dialogo col presidente della Valpolcevera

Non chiamatelo presidente bambino. In questi primi due anni di mandato, Federico Romeo ha ampiamente dimostrato di essere all’altezza del suo ruolo alla guida del Municipio V Valpolcevera. Ventisette anni, la laurea in Giurisprudenza vicinissima, nello scorso ciclo amministrativo capogruppo municipale del Pd. Romeo oggi è il presidente più giovane mai eletto a questa carica. Una caratteristica di cui va fiero, senza che l’anagrafe diventi un limite però.

Da subito ho cercato di lavorare con una logica di squadra – dichiara – e soprattutto di ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini: il presidente è uno di noi, non deve essere la gente che viene a cercarmi, ma io che vado a cercare lei. È vero, sono molto giovane, in tanti mi danno del ragazzino, credo però di essere riuscito a dimostrare, soprattutto affrontando il dramma del ponte, che la giovane età non è per forza sinonimo di inesperienza”.

Si commuove con sincerità Federico Romeo quando ricorda la terribile giornata del 14 agosto 2018, vissuta sulla propria pelle accanto alle vittime e agli sfollati per il crollo del Morandi.

“Quella mattina grigia e bagnata da una pioggia incessante, appena avvisato di quanto era accaduto – racconta con la voce rotta dall’emozione –, mi sono precipitato sull’argine del Polcevera. Non dimenticherò mai quello che ho visto e sentito, le persone intrappolate dalle carcasse delle auto e sepolte dalle macerie che gridavano aiuto. Ho cercato per quanto possibile di portare il mio contributo alle famiglie e ai soccorritori. Nel tardo pomeriggio ero nella zona rossa accanto agli sfollati. Lì un incontro che mi porterò dentro per tutta la vita: una bambina che doveva lasciare la sua casa e che chiedeva alla madre “Mamma moriremo anche noi?”. Ecco, in quel momento ho iniziato a trasformare il profondo dolore in forza e mi sono sentito di rassicurare la bimba rispondendole: ce la faremo. Perché è nelle tragedie che ci si misura, prima di tutto come uomini, tirando fuori il meglio di noi”.

Da quel giorno per Federico Romeo non c’è stato un attimo di sosta per un lavoro incessante accanto ai suoi concittadini che stanno vivendo enormi disagi e hanno diritto di essere ascoltati.

“Ero con loro anche il giorno dell’implosione delle pile 10 e 11 – dichiara il presidente – , in via Fillak insieme a chi temporaneamente ha dovuto lasciare la propria abitazione. Ho scelto di non andare alla cerimonia ufficiale e di stare con la gente, perché sinceramente non condivido questa spettacolarizzazione del dolore. Per me anche venerdì 28 giugno avrebbe dovuto esserci solo silenzio, per rispetto delle 43 vittime e degli sfollati. Adesso che quello che rimaneva del Morandi è stato abbattuto, comincia la parte più difficile. Noi della Valpolcevera vogliamo dal sindaco-commissario Bucci risposte certe sul piano di smaltimento dei detriti, sulla viabilità per liberare il territorio dall’isolamento e sul lavaggio delle strade”.

La tragedia del Morandi inevitabilmente porterà con sé una trasformazione urbana del territorio, per il quale in questi giorni sono state annunciate da Comune e Regione importanti novità, come l’abbattimento della Diga di Begato e la realizzazione della Casa della Salute.

“La proposta della Casa della Salute nell’edificio ex Trucco è partita dal sottoscritto e dal Municipio – precisa Romeo – ed è stata subito condivisa dalle forze di centrosinistra, dai Comuni dell’entroterra, dai sindacati e dal distretto socio-sanitario. Dopo un lungo silenzio tombale da parte della Regione su questa pratica, finalmente le cose sembrano essersi sbloccate. Ringrazio Carlo Bottaro, direttore generale Asl 3, per il supporto all’idea dimostrato in questi mesi. Naturalmente continuiamo a chiedere all’assessore Viale maggiori dettagli sul piano finanziario e ribadiamo che la struttura dovrà essere inserita dentro un piano di implementazione e non di accorpamento del servizio per un territorio che, con la Valpolcevera e la Valle Scrivia, ha un bacino di utenza notevole. La medesima chiarezza sul piano delle risorse è necessaria nel caso della demolizione al quartiere Diamante, dove anche il Municipio, insieme ad Arte e ai servizi sociali, sta lavorando nel percorso di ricollocazione dei residenti”.

In un bilancio dei primi due anni di mandato che per il presidente polceverasco è buono, con un lungo elenco di lavori di manutenzione urbana e del verde conclusi e il programma di trovare un futuro per le numerose aree dismesse del territorio, una nota stonata è sicuramente lo scarso coinvolgimento nei processi decisionali da parte del Comune.

“Con la Civica amministrazione mantengo un corretto rapporto istituzionale – spiega – , ma sono molte le scelte che non ne condivido. Sinceramente mi aspetterei molto più rispetto nei confronti dei Municipi, nell’interesse di Genova e dei cittadini. E invece il Comune, oltre a dimostrarsi poco attento ai processi partecipativi, ci decurta le risorse: quest’anno avremo 280 mila Euro in meno. Un taglio pesantissimo, che ci limiterà nella manutenzione delle scuole e dei giardini”.

Per il giovane Romeo che frequenta il partito dall’età di quindici anni, è chiara anche la direzione che deve intraprendere il Pd.

“Dobbiamo rimettere in chiaro ed elaborare una nuova proposta di visione sociale, culturale e politica, aprendo un dibattito cittadino su dove deve andare Genova, in un quadro complessivo che coinvolga l’intero Nord Ovest e tutti quei mondi con cui si sono indeboliti i rapporti negli ultimi tempi – conclude – . La politica la fanno gli uomini, se noi rappresentiamo una cultura progressista di centrosinistra, dobbiamo ritornare a rappresentare un punto di riferimento. Insomma, occorre mettere in atto la filosofia del “fianco a fianco”: la gente deve conoscerti e riconoscerti per strada, altrimenti hai fallito. Dobbiamo recuperare le nostre radici, la dottrina sociale dei cattolici e i tanti esempi di cultura sociale e politica che vengono dai protagonisti della sinistra nel dopoguerra. In questi due percorsi sono molti i profili valoriali comuni, partiamo allora da quello che ci unisce”.

Viaggio per l’Italia: Zingaretti in Liguria per la seconda tappa

Viaggio per l’Italia: Zingaretti in Liguria per la seconda tappa

Va avanti il Viaggio per l’Italia del segretario nazionale, Nicola Zingaretti che dopo la prima tappa in Campania di lunedì scorso è stato oggi in Liguria. Un viaggio di ascolto dell’Italia che produce e che lavora, che innova e che crea lavoro, che soffre per l’assenza di incentivi alle imprese e per il mancato sostegno con politiche industriali. Ad accompagnare il segretario Pietro Bussolati, responsabile Imprese, e Roberta Pinotti.
 
Prima tappa della giornata a Vado Ligure, in provincia di Savona. Zingaretti ha visitato la fabbrica Bombardier, che produce locomotive: “Siamo qui con tanti lavoratori – ha affermato Zingaretti- perché dobbiamo rilanciare l’industria in Italia. Gli altri paesi hanno idee molto chiare, così come le multinazionali. A noi serve una strategia concreta, da costruire insieme, ascoltando aziende e lavoratori sui territori”.
 
Al porto di Genova Zingaretti ha incontrato il console della Compagnia dei portuali e i lavoratori dello scalo e poi ha visitato i Cantieri navali Mariotti, sempre nell’area del porto di Genova. Alle 13 la visita alla sede di SedApta in via Ravasco 10, gruppo internazionale leader nell’information technology. L’ultimo appuntamento alle ore 14 al Porto Antico di Genova, in via del Molo, per un incontro con Monsignor Molinari e i Cappellani del Lavoro.
 
Dobbiamo ripartire dal lavoro e dalla voglia di produrre di questo Paese. A nessuno viene in mente un provvedimento fatto dal governo gialloverde a sostegno delle politiche industriali. L’Italia va protetta e difesa pensando a come si possa costruire un nuovo modello di sviluppo. Bisogna tornare a investire. Serve uno Stato che abbia delle politiche industriali perché gli spot, le battute non servono a creare benessere, lavoro e sviluppo – parole del segretario Zingaretti, che ha aggiunto: non esiste alternativa a Salvini che non passi per il Partito Democratico e per la costruzione di una grande alleanza con le persone. Noi non vogliamo vincere questa sfida di giochi di palazzo negli scontri di corrente, ma richiamando a raccolta l’Italia migliore, che produce e dire: “insieme costruiamo un piano per l’Italia”.

Spiaggia di Voltri: i cittadini vogliono risposte certe dal Comune

L’atmosfera è bollente nell’Arci di via Cialdini, come l’afa che non dà tregua in questi giorni. Ci vorrebbe un bagno in mare. Peccato che la spiaggia e la passeggiata di Voltri siano ancora profondamente segnate dalla mareggiata di fine ottobre.
Alla sala Rinascita, piena di cittadini, va in scena l’assemblea pubblica organizzata da Pd, Lista a Sinistra, M5s, Lista Crivello e Chiamami Genova.
Sul banco degli imputati i ritardi nei lavori, che invece in altre delegazioni sono ultimati, e i materiali scelti dal Comune di Genova per il ripascimento della spiaggia: il cumulo di terra che è rimasto per sette mesi alla foce del San Pietro di Pra’.
I problemi sono evidenti a tutti, come raccontano gli abitanti e gli amministratori locali in sala. Dall’area sottoposta a intervento arrivano cattivi odori, la terra è così compatta che non si riesce neanche a piantare l’ombrellone, gli asciugamani rimangono sporchi dopo essere stati stesi. Insomma, è forte la paura che il materiale utilizzato sia contaminato e porti danno alla salute dei bagnanti, molti bambini.
Su sollecitazione del Municipio Ponente, l’assessorato comunale ai Lavori pubblici ha fornito più volte rassicurazioni ai cittadini basandosi sui dati positivi delle analisi di Arpal. Ma non basta. Servono risposte dal Comune ai molti interrogativi, quelle che non sono arrivate o sono giunte in ritardo in questi mesi, come ha sottolineato nella sua introduzione il consigliere municipale Ugo Truffelli.
“Questa non è una speculazione politica – è intervenuto il presidente del Municipio, Claudio Chiarotti – per criticare il sindaco Bucci e l’assessore Fanghella. In ballo ci sono i diritti dei miei cittadini e io ho il dovere di difenderli. Dopo ripetute segnalazioni e lamentele, non posso certo far finta di niente. Intervenire e denunciare è il mio dovere istituzionale”.
Nel corso dell’incontro all’Arci si consolida man a mano la voglia di un confronto diretto tra gli abitanti e il Comune. Prossimamente si svolgerà una nuova assemblea pubblica, questa volta nella sede del Municipio, a cui verranno invitati Fanghella e i responsabili Arpal. Ma nasce anche l’idea di manifestare direttamente a Tursi il disagio dei voltresi e di tutti i frequentatori di quella che è la più grande spiaggia libera di Genova.
Un disagio ignorato da Fanghella in quella che è stata “una scelta politica, perché amministrare la cosa pubblica è politica” ha sottolineato Viola Boero, Pd Genova.
A incoraggiare la protesta pubblica sono Alessandro Terrile, consigliere comunale e Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione. Entrambi, nelle rispettive sedi istituzionali, presenteranno un’interrogazione urgente sul tema nella prossima seduta di Consiglio.
“Se la sabbia è nera, puzza e ci sono problemi per la salute non è possibile banalizzare la situazione – ha dichiarato Terrile – . Occorre denunciare con forza, documenti alla mano. Martedì tutti in Consiglio comunale”.
“Quando non c’è volontà di dialogo, è  necessario attivare la reazione popolare – gli ha fatto eco Lunardon – . Il Comune ha minimizzato e sottovalutato i danni di Voltri, anche nella richiesta di risarcimenti: soltanto 1,5 milioni di Euro – assolutamente insufficienti – nonostante i fondi statali a disposizione fossero ingenti. Non dimentichiamo che il progetto di rifacimento della passeggiata dal Comune non è mai arrivato al Municipio. E che se non si procede alla realizzazione delle protezioni a mare, alla prossima forte mareggiata, il problema si ripeterà. Voltri non è un altro mondo, fa parte di Genova e deve essere trattata alla pari degli altri quartieri”.